I viaggi di Dio by Gaia Servadio

I viaggi di Dio by Gaia Servadio

autore:Gaia Servadio [Servadio, Gaia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858825877
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2016-08-30T22:00:00+00:00


Note

1 Settimio Severo, che veniva da Leptis Magna, aveva sposato in seconde nozze Giulia Domna, la bella e ricchissima figlia del sacerdote di Edessa (Homs), madre di Caligola e Geta, che tanta importanza avranno nella storia dell’Impero.

XIII.

Il tempio di Atargatis e Haddad

Pierre aveva avuto un’idea: allestire un sons et lumières, proiettando sulla muraglia di Dura Europos le immagini dell’attacco sasanide e della distruzione della città accompagnate dai suoni della battaglia; parte degli spettatori avrebbero potuto prendere posto nel piccolo bouleterion.

Ero uscita dalla porta principale della città e mi trovavo davanti a una delle torri dove più si era combattuto; ero spaesata. Chiesi a Kemal di accompagnarmi alla Missione e raggiungemmo il tempio di Atargatis, la dea compagna di Haddad, dio del tuono e della folgore. I due numi, raffigurati insieme in un bassorilievo trovato in situ, erano di fattura parthica; lei più grande e più importante, seduta su un trono maestoso. Protetta da un baldacchino, Atargatis appoggia gli avambracci su due leonesse e il suo abito è ricamato e ampio; il trono di Haddad, vestito alla persiana con in testa una corona tipo mitra, è meno imponente. Il tempio, costruito nel 31 d.C. (probabilmente ne aveva sostituito uno precedente) era ornato da cornici in gesso di gusto ellenistico e anche da amorini, ma poco era rimasto. (Saranno in qualche scantinato al museo del Louvre, o a Yale, o nei magazzini del Museo archeologico di Damasco.)

Da una parte, una cappella-naos dedicata ad Adone, offerta da una confraternita, era quasi sommersa dalle rovine; in questo sito era stata trovata una bella statua marmorea della dea Fortuna.

Era strano che Atargatis, dea siriana, orgiastica e cattiva, fosse arrivata in una città abbastanza modesta e casta, nel senso che non posso immaginare un sito amministrativo e carovaniero come Dura Europos in preda a estasi e processioni irrazionali e irragionevoli. In verità, l’aspetto orgiastico delle dee orientali (vedi Apuleio) è forse il risultato di una revisione greca: Macedoni, Greci, Latini ritenevano la donna inferiore – e il comportamento libero delle orientali contrastava con quello delle loro donne. Oh, come sono cambiati i tempi!

Chiamata anche “dea Siria”, Atargatis era una divinità agricola, una madre Terra, dea della resurrezione e divinità dell’humus. Luciano di Samosata (125-180 d.C.) si fa beffe del suo clero (i galli e gli arcigalli) e degli usi e costumi di questa dea che risiedeva a Hierapolis-Membij, una città nel Nord della Siria in passato, pare, bellissima – a vederla oggi non ci si crederebbe, ma rimane almeno un caravanserraglio del XII secolo pieno zeppo di mosaici.

Luciano di Samosata forse esagerava, com’era del resto sua consuetudine, quando scriveva:

Di tutte le feste che ho vedute, la maggiore è quella che si celebra al cominciar di primavera. Piantano nell’atrio grandi alberi recisi poi, menandovi capre, pecore e altro bestiame, li appendono vivi agli alberi e vi aggiungono uccellame, e vesti, e arnesi d’oro e d’argento. Poiché tutto è compiuto, girano in processione con le statue attorno agli alberi, accendono un falò e bruciano ogni cosa.

L’albero, simbolo della dea madre, veniva bruciato e a lei sacrificato.



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